Da risparmiatore a investitore
Un risparmiatore inizia a diventare un investitore quando capisce che investire non è un’opzione, ma un comportamento necessario da portare avanti tutta la vita perché non esiste alternativa se non vogliamo avere la certezza matematica di impoverirci.
Due strade opposte
Abbiamo due strade:
- lavorare per i nostri soldi gettando al vento parte dei nostri sforzi
- far lavorare i nostri risparmi accanto a noi rispettandoci, rispettando gli sforzi di chi ce li ha donati, la nostra fatica, quella futura e soprattutto le generazioni alle quali li doneremo un giorno.
Non investire significa fare un danno all’economia, al paese, alle aziende, ma anche a noi stessi e alle persone che amiamo. Finché non ci rendiamo conto dell’enorme responsabilità che abbiamo, del danno che facciamo a tenere i soldi liquidi sul conto corrente per anni, del ruolo fondamentale, sociale e personale dell’investimento non possiamo iniziare il percorso.
Quando si inizia a programmare, ci accorgiamo che il risparmio è una risorsa per raggiungere degli obiettivi, coprire dei bisogni o azzerare dei rischi. Perciò si comincia a guardare più avanti di un singolo anno e a togliersi qualcosa oggi dalla disponibilità immediata per avere qualcosa di più importante domani.
Quando si diventa davvero degli investitori?
Quando si smette di investire per diventare ricchi e si capisce che il primo obiettivo è mantenere il potere di acquisto dei nostri sforzi lavorativi e dei nostri risparmi.
Quando si diventa consapevoli che stiamo investendo ogni volta che compiamo una scelta. Investiamo su un’auto accettando che sia più o meno sicura, investiamo in una casa consapevoli che potrebbe essere o meno giusta per noi in futuro, investiamo in un figlio quando lo mettiamo al mondo o lo facciamo studiare, investiamo in una relazione quando amiamo pur sapendo che potrebbe finire.
Che cosa hanno in comune questi investimenti?
Una dose di rischio. Non ce ne accorgiamo ma ci troviamo a gestire o non gestire il rischio ogni mattina quando usciamo o non usciamo di casa. Eppure stare immobili nel letto vuol dire scegliere di non vivere giorno dopo giorno. Così come non investire i risparmi significa perdere.
Quando si comprende l’importanza della diversificazione e di un portafoglio robusto non solo teso a massimizzare i risultati quando va tutto bene ma anche a gestire il percorso e a renderlo più confortevole possibile quando le fasi sono più complesse. Non cercare l’ago nel pagliaio, non lo troverai. Compra il pagliaio e armati di pazienza.
Quando si smette di credere che l’incertezza e la volatilità dei mercati siano un problema e non l’essenza stessa dei mercati. Il rendimento è solo un premio, la conseguenza che remunera il tempo e la volatilità. I rischi sono diversi dalla volatilità: la seconda può essere solo ridotta e gestita, i primi possono essere addirittura azzerati con la tecnica e la diversificazione.
Quando si smette di pensare al breve termine e a lasciarsi coinvolgere dalle notizie quotidiane, dagli andamenti mensili e si inizia a ragionare per obiettivi, orizzonti temporali, sapendo mantenere la rotta con consapevolezza e pazienza. Pianificazione e metodo sono le armi: investire è un processo, non un evento.